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L’allenatore deve essere al tempo stesso maestro, amico e poliziotto.

                (Vujadin Boskov)

 

  Il  tifoso si sfoga

Sul Maradona

E' la solita storia infinita che produce solo chiacchiere. La questione dello stadio ormai ha stancato tutti, ma se De Laurentiis avesse voluto fare sul serio, almeno il centro sportivo se lo sarebbe già costruito. Ecco perchè la gente non crede più a nessuno.

Vincenzo Scala - Pozzuoli

 

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    Al netto di uno straordinario successo, la vera eredità lasciata dalla stagione scorsa è il valore aggiunto attribuito ad Antonio Conte. Se una squadra -non la migliore- ha vinto lo scudetto, allora il merito va a chi ha assicurato quel quid in più. Questo è lo spirito - rassicurante ma ambiguo- che ha guidato gli umori degli ultimi tre mesi ed anestetizzato le reazioni ad una campagna acquisti non in linea con le tronfie aspettative di giugno, quando le casse piene e il rinnovato del mister obbligavano le attese su ben altri obiettivi. Invece, nonostante la casella lasciata libera da Kvara, la società si è lanciata nella semplice ricerca di doppioni all'altezza, senza concentrarsi (fino ad ora) sul grande nome. Il risultato è che oggi, nei suoi titolari,  il Napoli è lo specchio fedele della squadra dell'anno scorso, con un interrogativo in più (la punta centrale) una casella lasciata vuota (l'esterno di attacco) ed una unica variabile di spessore, Kevin De Bruyne.
     Il lato curioso della faccenda è che il fuoriclasse si è inserito nell'unico settore con titolari inamovibili, rendendo obbligato un rimodellamento del modulo (prevedibile già a giugno, in verità) ed un rimpasto delle priorità in un mercato che non privilegia più la ricerca dell'esterno di attacco. Insomma, il Napoli si è presentato ai nastri di partenza vantando vecchie certezze e un solo inserimento di vero rilievo. Una formula sicura che ha prodotto i primi risultati già alla prima col Sassuolo. Padronanza di palleggio, solidità difensiva, estrema concretezza sottoporta. E' il lavoro di Conte che si matura giorno per giorno e produce risultati che esulano dai cambiamenti del gruppo. Ben altro abbrivio rispetto all'anno scorso, quando gli ultimi colpi di mercato rappresentavano una necessità vitale e non una semplice rifinitura. Oggi il possibile arrivo di Hojlund (ma soprattutto un investimento che esclude altri grandi colpi) consolida le velleità del nuovo modulo e relega il vecchio 4-3-3 a necessità episodiche, nell'attesa che Lang diventi il protagonista tanto atteso.
     Inutile cercare di dedurre altro in una finestra di valutazione, quella di agosto, che spesso lascia il tempo che trova. Altrettanto incerto appare il peso specifico delle concorrenti, specie quando una fra le più accreditate, quel Milan guidato da una volpe vecchia e vincente, è vittima di uno scivolone già alla prima di campionato. Tra nuove rivoluzioni (Juve e Roma) e parabole forse in discesa (Inter), tocca al Napoli il ruolo di ovvia favorita. Una scomodità per tutti, tranne che per un maniaco del volo basso e della sofferenza quotidiana: Antonio Conte.

(Fa.Cas.)
   
  

 

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